Guendalina Canessa si è espressa sul suo profilo, sottolineando quanto ritenga ingiusto pagare 6 euro per qualcosa di necessario: lo sfogo.
Essere sdegnati quando si nota un’ingiustizia può essere naturale, soprattutto se questa comporta la necessità di mettere mano al portafoglio, in un periodo come questo in cui già siamo alle prese con spese di ogni tipo, in cui i soldi non sembrano bastare mai. Lamentarsi, però, a volte serve davvero a poco. Il parere delle persone viene ascoltato raramente. Ma la situazione potrebbe essere diversa se a dire la sua è un personaggio famoso, come ha fatto Guendalina Canessa.
L’ex “gieffina”, probabilmente, non ha grandi problemi economici (viene, pare, già da una famiglia facoltosa). Ma ha comunque scelto di parlare personalmente di qualcosa che riguarda anche lei e che ritiene una vera e propria forma di ingiustizia. Sarà ascoltata?
Guendalina Canessa e l’ingiustizia che non sopporta
Ma quale sarebbe la questione che anche una come Guendalina Canessa non riesce a mandare giù, e che ritiene sia giusto possa cambiare? Il riferimento è all‘acquisto di qualcosa a cui tutte le donne non possono sottarsi: quello degli assorbenti, indispensabili quando si hanno le mestruazioni. Questi, come ha sottolineato lei stessa, hanno un costo che si aggira intorno ai 6 euro, ritenuto non sostenibile da tutti. Per questo sarebbe giusto, a suo dire, che lo Stato potesse intervenire e che li garantisse gratuitamente.
“Beati voi uomini, che non avete la cellulite, non dovete partorire, non avete le smagliature, non avete il ciclo. Ciò detto, non capisco perché noi donne che abbiamo un’esigenza tutti i mesi dobbiamo pagare un pacchettino di pannolini 6 fot*utissimi euro!” ha detto. “Ma è una follia! Lo Stato ce li deve dare gratis, anche di ottima qualità, profumati e di cotone!”
Ovviamente, a suo dire, non dovrebbe esserci alcuna distinzione a livello di reddito, visto che spesso si tende a privilegiare le fasce meno fortunate della popolazione. Non solo: sarebbe importante che la dotazione, qualora dovesse esserci, fosse di buona qualità, preferibilmente in cotone, visto che il materiale utilizzato solitamente per i “pannolini” femminili può provocare irritazioni a contatto con la pelle.
Emblematico è l’esempi della Scozia, che è stato il primo Paese al mondo a fornire gratuitamente alle donne assorbenti e prodotti per il ciclo mestruale. La legge è entrata in vigore nel 2022 ed è stata proprio pensata per sostenere chi si trova in uno stato di indigenza. Non si tratta comunque dell’unica realtà che sta prendendo in considerazione una soluzione simile.
In Brasile, ad esempio, si è fatto lo stesso, ma ad avvantaggiarsene sono le donne in difficoltà. In Spagna, invece, c’è una normativa che prevede un permesso retribuiti di tre giorni quando si hanno le mestruazioni o in seguito a un’interruzione di gravidanza. Sotto controllo medico il permesso può, inoltre, salire a cinque giorni se il malessere diventa invalidante e impedisce di lavorare. Non resta che attendere per capire se anche in Italia presto si possa valutare qualcosa di analogo.